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L’INDUSTRIA CHE SALVA IL PAESE

L’INDUSTRIA CHE SALVA IL PAESE



Antonello Di Mario
Formato:Formato 140 x 210
Pagine 270
978-88-7937-762-1
€ 15,00


   «Leggendo questo ultimo lavoro di Antonello Di Mario si ha l’impressione di ripercorrere le cronache di una guerra di trincea, in cui si lotta con ogni strumento – dagli obici ai morsi – per guadagnare un palmo di terra, una cima in mezzo a una pietraia dove è impossibile nascondersi, o per difendere una posizione strategica conquistata tra mille difficoltà.
Occuparsi di lavoro è difficile; difendere quello che c’è è impresa ardua, moltiplicarlo una meta che tutti vorremmo che fosse raggiunta, anche se nessuno sembra sapere come.
Complesso il ruolo del sindacato, intrappolato in un presente un po’ senza respiro; pressante e angosciante perché ci sono di mezzo le vite di persone concrete per le quali il lavoro è l’unica risorsa. Bisogna trovare una strada o delle strade per consentire a tutti non tanto di avere un reddito quale che sia, ma di potersi guadagnare da vivere – come si diceva una volta – e costruire su questo il proprio progetto di vita. Allargando un poco lo sguardo, come si può fare su un vasto panorama da un osservatorio che lo sovrasti, potremmo vedere e ricordare come, da almeno un paio di secoli, la lotta per il lavoro, per un lavoro giusto, ben retribuito, dignitoso, salubre, protetto sia stato l’impegno caratteristico e distintivo del nostro popolo.
Dalle leghe contadine e dalle Società di mutuo soccorso in poi, la nostra coscienza democratica e civile si è sviluppata su questo terreno, coinvolgendo grandi masse di popolo in una lotta di liberazione che è anche essa – come la Resistenza e la lotta al nazifascismo – alla base della nascita della Repubblica italiana e ispirazione certa della nostra bella Costituzione. Chissà se questa storia di tutti noi, e il ruolo che ha avuto il movimento operaio e sindacale, è ancora interpretata come una forza identitaria viva, a cui attingere per guardare con rinnovata fiducia e impegno al compito inderogabile di immaginare e creare una nuova stagione del lavoro. Senza questo la vita delle persone è a rischio, e anche la nostra cultura democratica, che non è sfoggio di slogan o di idee, ma consapevolezza di essere parte di una storia difficile e bella, animata, generazione dopo generazione, da gente comune che non si è arresa di fronte a difficoltà apparentemente insormontabili e ad avversari potenti.
Il libro di Antonello, così incalzante e bagnato di concretezza, ci avvisa dell’urgenza di rimetterci in marcia insieme, pensando all’oggi, al domani e al dopodomani, forti di ciò che siamo stati e che possiamo, se lo vogliamo, sempre essere».
(dal Post scriptum di Agnese Moro)

Antonio Giulio Di Mario, detto Antonello, è nato a Terracina nel 1966.
Giornalista professionista, laureato in Scienze della Comunicazione, lavora a Roma come responsabile della Comunicazione della Uiltec nazionale.
È stato direttore di diversi giornali sindacali, come «Obiettivo Occupazione» e «Fabbrica Società». Attualmente è il coordinatore editoriale del mensile «Industri@moci», diretto da Paolo Pirani, ed è docente a contratto presso il Dipartimento di Scienze Umane dell’Università Lumsa di Roma.
Collabora dal 2013 con «Formiche.net», il quotidiano on line diretto da Flavia Giacobbe.
Con la Tullio Pironti Editore ha già pubblicato nel 2007 L’attualità di Aldo Moro negli scritti giornalistici (1937-1978), che ha ricevuto una menzione speciale al premio letterario “Mario Messina”; Metalmeccanici on line. Gli editoriali di «Fabbrica Società» nel tempo della crisi (2013); Grillo nella Rete, scritto con Anna Martini (2014). Del 2015 è Aspettando la crescita. Scritti meccanici per lo sviluppo, seguito, nel 2017, da L’ultimo contratto. Diario metalmeccanico.


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