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UNA MALA VITA

UNA MALA VITA

La vera storia di Angelo Moccia

«Il pensiero comune suggerisce che dalle mafie si esce o da morti o da collaboratori di giustizia. Lui aveva deciso di forzare questa regola non scritta. Voleva a tutti i costi dare una svolta alla propria esistenza, nella speranza di potere tornare a vivere. In seguito alla (e a seguito della) sua “resa”, l’organizzazione si sfaldò. Galasso e Alfieri, che con lui ne erano stati i capi, tratti in arresto, si pentirono. Angelo decise di assumersi le proprie responsabilità […]».


Libero Mancuso
Saverio Senese
Prefazione di Nicola Quatrano
Postfazione di Paolo Mancuso

Formato:140x210
Pagg.234
978-88-7937-666-2
€ 12,00


Questo libro racconta la storia di Angelo Moccia, uno dei capi della camorra napoletana. Un personaggio negativo che, nel momento della propria massima forza criminale, si consegnò allo Stato e lanciò ai suoi sodali un invito alla resa.
Un folto gruppo di camorristi in armi si dichiarò disposto a costituirsi.
Questa irripetibile opportunità, in ossequio al preconcetto etico secondo cui “non si tratta con la criminalità”, fu ostacolata da uomini delle Istituzioni.
La ricostruzione della sua vicenda personale è interessante non solo perché consente di ridare slancio a iniziative finalizzate alla prevenzione, al recupero, alla battaglia per l’abolizione dell’ergastolo, ma anche perché stimola una riflessione sull’individuazione di percorsi che consentano l’allontanamento critico dal mondo della criminalità.


Libero Mancuso, napoletano, è un ex magistrato.
Prima del suo insediamento come magistrato a Bologna, ha lavorato a Napoli, nel pool che indagava sulle Brigate Rosse. È stato successivamente al centro di casi legati alla mafia, alla P2 (con lui depone Licio Gelli) e al terrorismo, in particolare del sequestro di Ciro Cirillo, della strage alla stazione di Bologna del 1980 (in cui è attivo nella lotta ai depistaggi) e di quella dell’Italicus.
Ha lavorato anche nei processi alla banda della Uno Bianca e sull’omicidio di Marco Biagi, nonché nella Commissione parlamentare d’inchiesta su stragi ed eversione.
È stato presidente della Corte di Assise di Bologna e presidente della sezione del Riesame. Ha preso posizione contro le violenze avvenute da parte di talune frange delle forze dell’ordine al G8 di Genova nel 2001 e rilevanza hanno assunto sue dichiarazioni sui pericoli dell’“antistato” all’interno della criminalità organizzata, come nel caso della Banda della Magliana.
Nel 2006 è stato nominato assessore comunale a Bologna.
Oggi esercita la professione forense.


Saverio Senese, napoletano, è un avvocato penalista che da oltre 40 anni esercita la professione, sostenendo il principio costituzionale secondo cui la difesa va garantita a ogni cittadino, qualunque sia il reato del quale è accusato.
Agli inizi degli anni Settanta ha fondato la sezione del “Soccorso Rosso Napoletano”, associazione che, collaborando con il “Soccorso Rosso” nazionale di Franca Rame e Dario Fo, ha garantito per quasi 20 anni la difesa e l’assistenza legale gratuita a tutte le forme del dissenso, dell’emarginazione e della protesta sociale dei più deboli. È stato difensore dei lavoratori e del movimento dei “disoccupati organizzati” napoletani, degli occupanti di case, degli sfrattati e dei giovani del movimento studentesco.
È stato protagonista, nella difesa, in quasi tutti i Maxi-processi celebratisi dinanzi le Corti di Assise di Napoli dagli inizi degli anni Ottanta a oggi. Attualmente esercita la professione forense, prevalentemente dinanzi alle varie sezioni della Corte di Cassazione.


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