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Inchiesta sui confini della vita
«Il libro di Rita Pennarola sui confini della vita è semplicemente sconvolgente e affascinante: esso ci introduce con la maestria di una grande investigatrice nel mondo sconosciuto della bioetica, dal quale i più sono rimasti lontani per limiti culturali e, forse, per il timore di prendere posizione su temi così scottanti.
Rita Pennarola
Prefazione di Ferdinando Imposimato
Formato:140x210
Pagg. 176
88-7937-478-8
978-88-7937-478-1
Si tratta di materia difficile e complessa. Eppure questo libro – che tratta magistralmente i temi ardui degli aborti, dei trapianti e del fine vita – riesce a colmare in modo semplice ed efficace, almeno in parte, le immense lacune su argomenti che tutti dovrebbero conoscere».
(Dalla Prefazione di Ferdinando Imposimato)
Questo libro si propone di sgombrare il campo da tutta la propaganda e da tutte le suggestioni che, in materia di inizio e fine vita, hanno finora oscurato gli aspetti puramente biologici dei due fenomeni. Non è per motivi etici, morali, religiosi o sociali che, come è accaduto finora, i due momenti chiave dell’esistenza vanno ripensati. Il ripensamento nasce dalla comprensione dei diversi passaggi fisiologici che caratterizzano, sulla sola base delle leggi naturali, la nascita e la morte.
Due momenti in cui l’essere umano è davvero “ultimo”, privo in se stesso anche di quelle tutele che la natura assegna agli unicellulari per sfuggire ai pericoli. Ed è su loro, sugli “ultimi”, che si accendono qui le luci, attraverso una panoramica aggiornata sia delle acquisizioni in materia, sia delle carenze presenti negli impianti legislativi che, nei diversi Paesi, prescindono da una piena e completa consapevolezza delle conoscenze scientifiche relative ai fenomeni cui ci si riferisce, diffondendo fra i cittadini concetti falsi (come il prelievo di organi “da cadavere”) e fuorvianti. Le truculenti manovre del parthial birth ancora praticato negli Usa, o le regole per lo smaltimento dei feti, in Italia e altrove, non sono che alcuni esempi, qui spiegati fino in fondo, di come sia necessario riconsiderare le leggi sull’aborto, tenendo bene in mente solo ciò che ci dice la ricerca sul campo. Analogamente, i numeri, le storie vere, i controversi pareri della scienza intorno all’espianto degli organi, ci suggeriscono che sarebbe opportuno una revisione della normativa, in attesa che le promettenti acquisizioni in fatto di staminali aprano la strada a nuove vie di salvezza.
Ma tutto questo spiega anche perché, dentro le sale operatorie, cresce il numero dei medici che, di fronte a un aborto o ad un espianto, chiedono di poter dire: «Non con il mio bisturi». Non si intende, allora – né si potrebbe – impartire regole o divieti, ma solo far circolare quanto più possibile quella informazione “altra” che al grande pubblico, complici i business sottesi alla medicina di oggi, è finora mancata.
Rita Pennarola, giornalista professionista, mediattivista, è condirettore del mensile nazionale «La Voce delle Voci».
Nel 1987 ha pubblicato Li fece Maschio e Femmina (Tullio Pironti Editore). Nel 2007 le è stato assegnato il Premio Saint-Vincent di giornalismo.