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Teatro di giustizia
Per motivi di donne Cesare Riccardi, un prete di Cimitile, uccise, nel 1669, don Alessandro Mastrillo, duca di S. Paolo di Nola.
Dallo scontro con i giudici, che accusò con pubblico manifesto di essere complici dei potenti e persecutori dei deboli, finì a capo
della delinquenza organizzata del Regno di Napoli. Generoso e spietato, impose tangenti singole e collettive, rapinò, incendiò, sequestrò cittadini e giudici a cui impose il prezzo del riscatto. GiustiziÒ con ferocia i traditori, minacciÒ, e in parte eseguì, di interrompere i rifornimenti di viveri alla Città.
Giuseppe Garorofalo
Formato:14x22
Pagg.389
Legislazione e giudici di emergenza contribuirono a rafforzargli la simpatia e la solidarietà dei napoletani.
La narrazione della sua storia oscilla come un pendolo tra passato e presente sul secolare teatro di giustizia di Castelcapuano dove
giudici, accusati, accusatori, difensori, pentiti, carcerieri, carcerati, protagonisti e comparse hanno recitato copioni spagnoli,
borbonici, unitari, repubblicani.Senza novità. Alla ribalta è tornato anche un personaggio che Napoli avrebbe voluto cancellare dalla sua storia e dalla sua memoria: Onofrio Viscardi. Per aver salva la vita venne a patti col giudice. Si pentì e consegnò i figli innocenti alla giustizia e al boia.
Giuseppe Garofalo, noto penalista, è scrittore dotato di sorprendente ironia, che gli deriva forse dall’amara comicità che le vicende giudiziarie spesso racchiudono, quelle contemporanee, nonché quelle storiche, verso le quali egli mostra una dotta dimestichezza.