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La seconda guerra napoletana alla camorra

La seconda guerra napoletana alla camorra

Giuseppe Garofalo, noto penalista, è scrittore dotato di sorprendente ironia, che gli deriva forse dall’amara comicità che le vicende giudiziarie spesso racchiudono, quelle contemporanee, nonché quelle storiche, verso le quali egli mostra una dotta dimestichezza.

Fra queste c’è la storia di un prete che uccise un nobile per motivi di donne e finì col diventare il capo della malavita organizzata nel Regno di Napoli: accadde nella seconda metà del ‘600.


Giuseppe Garofalo
Formato:14x21
Pagg.480
88-7937-340-4
€ 13,00


La pittoresca vicenda è raccontata nel volume intitolato “Teatro di giustizia” ( pubblicato nel 1996 e oggi introvabile).
Numerosi altri significativi fatti della storia giudiziaria contiene questa “Seconda guerra napoletana” fra queste citiamo soltanto il singolare sabotaggio all’istituto del divorzio introdotto col Codice Napoleonico, col giudice bacchettone che respinge l’istanza di un marito tradito perché “le corna risalgono a prima dell’avvento della nuova legge…” ; e l’eroico primo sciopero degli avvocati napoletani che nella prima metà del ‘400 disertarono per tre mesi Castelcapuano e fuggirono dalla città per evitare l’arresto, imponendo così al vicerè spagnolo di ritirare un editto che imponeva loro di non difendere rei veramente colpevoli o cause ingiuste e abbandonare quelle che si rivelavano tali.


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