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L’ULTIMO CONTRATTO

L’ULTIMO CONTRATTO

Diario metalmeccanico

Un contratto realizzato tutti insieme ha senza dubbio una valenza politica superiore a quella dei contratti precedenti.
È ciò che è accaduto il 26 novembre 2016 in Confindustria, a Roma, tra Fim, Fiom, Uilm e Federmeccanica-Assistal.


Antonello Di Mario
Formato:Formato 140 x 210
Pagine 360
978-88-7937-749-2
€ 14,00


Un contratto realizzato tutti insieme ha senza dubbio una valenza politica superiore a quella dei contratti precedenti. È ciò che è accaduto il 26 novembre 2016 in Confindustria, a Roma, tra Fim, Fiom, Uilm e Federmeccanica-Assistal.
Il biennio economico del 3 luglio 2001 e quello normativo del 7 maggio 2003 furono firmati solo da Fim e Uilm, insieme a Federmeccanica e Assistal, senza la Fiom. Iniziò una fase di divisioni tra i lavoratori nelle fabbriche, ma anche nell’opinione pubblica, e con reciproche accuse sui giornali. Si doveva stare per ore al telefono col proposito di spiegare ai cronisti, che dovevano pubblicare il giorno dopo un “pezzo”, le ragioni di una parte rispetto all’altra. La situazione si ricompose tra le tre sigle sindacali solo tre anni dopo, quando furono firmati unitariamente i rinnovi contrattuali di categoria del 19 gennaio 2006 e del 20 gennaio del 2008.

In seguito tra i metalmeccanici si ripresentarono le avversità. Fim e Uilm firmarono le intese contrattuali del 16 ottobre 2009 e del 5 dicembre 2012; la Fiom no.
Il 26 novembre scorso è avvenuta l’ufficiale ricomposizione in ambito sindacale, con la sigla apposta da tutti e tre i sindacati sull’ultimo contratto di categoria.
Molto è cambiato nel mondo dei metalmeccanici negli ultimi tre lustri. Ma il cambiamento è stato ancora più evidente rispetto a quanto accaduto negli anni Settanta. A quei tempi il movimento sindacale ebbe diversi meriti, come il superamento di divisioni pregresse e la nascita di nuovi movimenti di partecipazione e di decisione, dalle assemblee di fabbrica al sindacato dei consigli. Nel 1971 i sindacati metalmeccanici diedero vita alla Flm, la rappresentanza unitaria della categoria, mentre da parte imprenditoriale venne costituita Federmeccanica. Il contratto dei metalmeccanici, rinnovato nell’aprile del 1973, dopo sei mesi di trattative e 140 ore di sciopero pro-capite dichiarate, pose al centro dell’intesa l’inquadramento professionale e le 150 ore di permesso retribuito per il diritto allo studio, un fatto di assoluto rilievo per l’epoca. Dopo il riconoscimento legislativo dello Statuto dei Lavoratori, avvenuto quattro anni prima, ancora una volta l’operaio veniva inquadrato essenzialmente come persona e come cittadino sul luogo di lavoro. In quegli anni, caratterizzati dalla crisi petrolifera, nella fabbrica si determinò un’ampia concezione dei diritti che coinvolse anche realtà sociali e istituzionali.

In un certo senso, tenendo presente le diversità d’epoca e di contesto, anche il contratto metalmeccanico del 2016 presenta affinità a quello del 1973 in termini di contenuti. Dopo una crisi globale che ha influito negativamente soprattutto sui processi di crescita dei Paesi industrializzati, l’ultimo contratto tutela il potere d’acquisto delle retribuzioni e salvaguarda la persona attraverso le potenzialità offerte dal welfare contrattuale e aziendale. Ma c’è di più.
Tra le tante cose previste dell’intesa contrattuale, soprattutto i temi del riconoscimento del diritto soggettivo allo studio, della formazione continua, della rivisitazione dell’inquadramento professionale rappresentano un investimento effettivo su chi lavora, nel rispetto di quanto previsto dall’articolo 3 della Costituzione.
L’ultimo contratto dei metalmeccanici certifica essenzialmente il bisogno di essere uguali attraverso il lavoro in quello che è un grande Paese. Non è una cosa da poco.


Antonio Giulio Di Mario, detto Antonello, è nato a Terracina nel 1966.
Giornalista professionista, laureato in Scienze della Comunicazione, lavora a Roma come responsabile dell’ufficio stampa della Uilm nazionale.
È direttore responsabile di «Fabbrica Società», il giornale dei metalmeccanici Uil, e docente a contratto presso il Dipartimento di Scienze Umane dell’Università Lumsa.
Collabora dal 2013 con «Formiche.net», il quotidiano on line diretto da Michele Arnese.
Con la Tullio Pironti Editore ha già pubblicato nel 2007 L’attualità di Aldo Moro negli scritti giornalistici (1937-1978), che ha ricevuto una menzione speciale al premio letterario “Mario Messina”, Metalmeccanici on line. Gli editoriali di «Fabbrica Società» nel tempo della crisi (2013), Grillo nella Rete, scritto a quattro mani con Anna Martini (2014) e Aspettando la crescita. Scritti meccanici per lo sviluppo (2015).


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