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iodipiu'

iodipiu'

«Nel lungo racconto iodipiù scorre un fiume disperato eppure vitale.
Un fiume di tenerezze mai riposte, di amori contrastati, di trasgressioni all’amatriciana, di polpette da ingurgitare aspettando un sonno salvifico eppure assassino.
Romolo Bianco, figlio dell’hinterland napoletano, muove i suoi personaggi con una delicatezza che sembra farli uscire dalla pagina, eppure essi stessi forse sono già sepolti sotto la cenere e i lapilli dei Vesuvi della vita. Ragazze, sogni, promesse, noie, vite liquide e liquidate dalla vita stessa, caldo su caldo e sogni di vacanze naufragate nella spazzatura dell’esistenza». (dalla Prefazione di Peppe Lanzetta)


Romolo Bianco
Prefazione di Peppe Lanzetta
Formato:Formato 140 x 210
Pagine 88
978-88-7937-724-9
€ 10,00


Periferia orientale di Napoli, una famiglia piccolo borghese, una come tante.
Don Mario vende tappeti al mercato. Si alza che fuori è notte e all’alba è già in giro, polvere e sudore, mille pensieri e altrettanti caffè.
Don Mario non parla mai, è un marito e un padre assente, tutto silenzio e rughe. Finché una mattina incrocia gli occhi di Berta, una trans della Ferrovia; un incontro del tutto casuale, ma è così, del resto, che ti frega la vita: ci si guarda, si inizia a parlare e ci si innamora.
Don Mario a casa però ha Lucia che lo aspetta; l’ha messa incinta che era una studentessa, quella ragazza che sognava l’aristocrazia napoletana, e che poi un giorno si è risvegliata che viveva a Casoria e aveva due figlie già grandi.
Fortuna che ci sono loro: Marta, l’orgoglio di mammà, brillante laureanda in Medicina, e Anna, che invece la scuola l’ha lasciata anzitempo, e adesso sogna solo di sposare il suo Lino, uno senza arte né parte, null’altro da offrire se non il suo cuore e il suo amore.
Anna piange spesso, tra pile di piatti da lavare e fornelli da sgrassare, quindi stira, mette in ordine e rassetta, in un giorno che è sempre uguale. Fino a quando una scoperta non arriverà a capovolgere un mondo fatto di colori sbiaditi – grigio a perdita d’occhio, grigio senza soluzione di continuità – e odori tristi – quello acre degli pneumatici che ardono ai margini delle statali, accanto al puzzo di piscio dei vicoli.
A far da sfondo la calura insopportabile di certe estati a Napoli, il sapore metallico di notti lunghissime in cui tutto può accadere, e inconsapevoli burattini dal destino già segnato, cui non è concesso un altro giro di giostra – “Dacci il nostro orrore quotidiano, amen”.

Con una lingua sporca e ricca a un tempo, scritto come un film, iodipiù è un esordio destinato a far parlare di sé.

Romolo Bianco è nato a Napoli nel 1983.
Attore e cantante, ha esordito giovanissimo con Mario Scarpetta, legandosi quindi alla tradizione del teatro popolare, e in particolar modo al lavoro di recupero delle canzoni classiche napoletane.
Nel 2005 inizia a collaborare con Peppe Lanzetta, portando in scena diversi spettacoli; ricordiamo in questa sede: Ricordo di Domenico Rea (2005), Unicum per Pomigliano (2006), Medea Napoli (2006), L’opera di periferia (2007); al 2010 si data la sua partecipazione allo spettacolo Blackout, di Andrea Manzi, con Mariano Rigillo.
Scrive e reinterpreta in chiave postmoderna la maschera di Pulcinella attraverso varie farse come Buona sera per tutte le sere (2008), Prendetelo, questo pazzo è vostro (2011) e L’Italia è tutta una farsa (2012).
Ha curato una nota rubrica per il quotidiano «Roma» sulla canzone classica napoletana e ha già al suo attivo un album, Always by Napoli, distribuito in Italia, Germania e Stati Uniti. www.romolobianco.com


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