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IL GRANDE INVERNO
CASTEL DELL’OVO, NAPOLI 2009
Freud inoltrandosi, alla luce delle sue teorie dell’inconscio, nel territorio dell’interpretazione psicanalitica dell’arte e della personalità dell’artista, ha cercato di sviscerare la natura del fenomeno creativo e afferma: ... il corpo gigantesco con la sua tremenda forza fisica diventa solo una concreta espressione del più alto conseguimento psichico possibile per un uomo, quello di combattere con successo contro una passione interiore per una causa alla quale si è votato.
MASSIMO D’ORTA
A cura di Ornella Falco Del Deo
Formato:210x330
Pagg. 80
978-88-7937-483-5
Massimo D’Orta con le sue opere, ora esposte nella mostra Il Grande Inverno, rispecchia in parte la teoria freudiana combattendo con maestria una passione interiore per la perdita dell’amore, il suo lungo inverno del cuore, che manifesta in un dolore che, pur se avvertito, è contenuto, controllato, chiuso tutto quasi in uno spazio ipnotico, una catarsi che non deflagra se non nella realizzazione delle opere.
Potremmo anzi dire che l’artista ora è nel periodo della sua migliore produzione, forse proprio perché la sofferenza, pur se ha scavato profondamente nel suo cuore, è pur sempre ingabbiata ed è stimolo a pensieri e riflessioni altri.
(Dalla Prefazione di Ornella Falco Del Deo)
… D’Orta ha un’idea del materiale artistico come qualcosa che sta perdendo o all’opposto che riacquistando le sue potenzialità, ma che è costretto a sostare in una zona d’attesa. Per questo motivo è sembrato a chi scrive un’artista che ha una concezione del mondo e di se degna d’interesse, perché intenzionato a formulare immagini dotate di una specie di intense necessità, che non è propriamente ideologica e neppure esclusivamente “estetica” ma scaturisce da una reale rappresentazione di stati della coscienza e della percezione esprimibili solo con un mezzo di carattere artistico.
Claudio Strinati