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LA FILOSOFIA DI MASSIMO TROISI

LA FILOSOFIA DI MASSIMO TROISI


«So’ rimasto colpito da ’a vita d’ ’e cavalli. Guarda che a fa’ ’o cavallo è difficile.
Veramente, poveri cavalli. Specialmente i cavalli del western. sta sempe ’a differenza, come negli uomini, uno capita ricco, uno capita povero.
Pure dinto ’e cavalli. Dint ’o western si capiti ’o cavallo d’ ’o cattivo stai ’nguajato.
Primma ’e tutto è sempe niro ’o cavallo d’ ’o cattivo. Po’ curre accà, curre allà, pecché ’o cattivo se sceta proprio cu’ chella intenzione ’a matina: si sveglia e va, “assaltiamo la banca”.
E ’sto povero cavallo ’a sotto. Pecché finché è ’o cattivo, dici “quello è il cattivo”…
Ma ’o cavallo che c’entra? arriva dinto ’a banca, “facciamo l’assalto al treno”, e chisto adda correre appresso ’o treno, tutti quanti che sparano ’ncuollo ’o cattivo. finché sparano ’ncuollo ’o cattivo nun è niente, perché dici “vabbe’ chisto ha arrubbato”…Ma ’o cavallo che c’entra!
“sto povero cavallo, ca nun è cattivo, semmai è ’na brava persona, ’nu bravo cavallo… s’adda truva’ ’sti spari, ’e capi’, e sta sempe accussì ’o cavall d’ ’o cattivo.
’o vedi: ’o cavallo d’ ’o cattivo corre sempe ’nu poco cchiù... perché dice “vuoi vere’ ca me pigliano a me, ca nun c’entro niente dinto a ’sta cosa?”.
E invece ’o cavallo d’ ’o buono cammina sempe dinto ’a prateria, s’ossigena, sempe bianco, è ’n’ata vita ’o cavallo d’ ’o buono.
Pecché po’, quando è a’ fine po’, ’o cavallo d’ ’o buono raggiunge sempe ’o cavallo d’ ’o cattivo, logicamente.
E ’o cavallo d’ ’o cattivo oltre a fa’ ’sta vita, fa pure ’a figura ’e chillo ca nun ce ’a fa a correre. E invece chillo sta sbattuto ’e ’na jurnata, “curre appresso ’o treno, va’ a’ banca”, e nun ce ’a fa.
’o cavallo d’ ’o buono sta tutto ossigenato, “poh!”, e ’o acchiappa immediatamente, e chisto adda fa’ pure ’a figura ’e niente ca se fa acchiappa’».

Massimo Troisi


Davide Certosino
Prefazione di Giulio Baffi
Formato:140x210
Pagg.120
978-88-7937-622-8
€ 10,00



«Che incredibile labirinto della memoria ci offre ogni giorno Massimo Troisi. ogni giorno da anni. Perché non c’è giorno che da qualche parte qualcuno non ne cerchi il ricordo, ritrovandone il segno, il gesto, la parola. frammenti che un’intera generazione ha imparato a conoscere, per sorrisi che hanno lasciato il segno nel cuore di un numero enorme di spettatori. Momenti “di culto”, occasioni per “citazioni”, segmenti di “riflessione” in un quotidiano lessico amicale e familiare. Procediamo così nell’universo di Massimo Troisi, dipanando il gomitolo di parole ed emozioni che solo può condurre fuori dal labirinto delle sue invenzioni. O invece scegliendo di rimanere ancora un poco imprigionati in quel suo universo fatto di frasi geniali che fissarono le ansie, i sogni, le illusioni, le delusioni, i sentimenti di una generazione, proiettandosi poi lontano, per incuriosire e sedurre chi oggi lo incontra nei personaggi dei suoi film che non ci si stanca di vedere, nelle registrazioni del suo lavoro d’attore geniale.
A mettere insieme il complesso percorso di parole che ci ha lasciato, si resta sorpresi ancora una volta da quel suo universo ricco di riflessioni e di spunti critici. fotografie di spietata ironia. Frasi che fanno sorridere e allo stesso tempo fermano la risata e l’allontanano, per guardare oltre e comprendere il senso della sua critica, mescolanza sapiente di apparente ingenuità, amarezza, impertinenza e umorismo».

(dalla Prefazione di Giulio Baffi)

Davide Certosino, giornalista, è caposervizio del quotidiano free press «DNews». Nato a Napoli nel 1979 e residente a Roma, ha lavorato con «Napolipiù», «la Repubblica», «il Centro» ed «EPolis». si è laureato in Filosofia con una tesi su “Spinoza e l’Idealismo tedesco”, e ha pubblicato un saggio dal titolo La normativizzazione del conatus essendi nella raccolta Temi di bioetica. Nel 2012 ha ricevuto il premio “Personalità Europea” per il giornalismo.


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