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ELOGIO DELLA MUSICA DEL CHISCIOTTE
«Se mettessimo insieme i lemmi che riguardano il campo semantico della musica nei romanzi, nelle novelle e nelle commedie di Cervantes, avremmo un catalogo della musica profana spagnola
tra fine Cinquecento e inizio Seicento».
Encarnación Sánchez García
Formato:Formato 110x180
Pagine 48
978-88-7937-750-8
Il Don Quijote de la Mancha (I parte, 1605; II parte, 1615) – considerato dai critici il primo romanzo moderno della letteratura mondiale – ha avuto una straordinaria fortuna globale, cresciuta nei secoli non soltanto sulla scia delle centinaia di edizioni che, in decine di lingue, hanno diffuso e diffondono il libro, ma anche grazie al sostegno di supporti visivi e acustici.
Infatti, la meravigliosa versatilità dell’eroe pazzo di Cervantes ha consentito (già nel Seicento) la formazione di una tradizione chisciottesca parallela a quella letteraria, sostenuta da supporti visivi – pittura, arazzi, stampe – e da supporti performativi – teatro, musica.
In concreto, come soggetto musicale, il Don Quijote de la Mancha vanta una tradizione plurisecolare, generata spesso dai numerosi passaggi del romanzo in cui la musica entra a formar parte della trama o dei discorsi dei personaggi.
L’Elogio che il lettore ha tra le mani è dedicato a questo contenuto musicale del libro: Cervantes crea una straordinaria armonia acustica intorno al suo eroe e la musica del libro concorre sia a definire la profondità psicologica dei personaggi, sia a offrire entretenimiento e gioia al lettore.
La musica del Chisciotte veicola il decorum di numerosi episodi del romanzo ed eleva lo statuto estetico e morale della sua trama; come dice Sancho alla Duchessa: «Señora, donde hay música no puede haber cosa mala» (parte II, cap. XXXIV).
Encarnación Sánchez García è Professore ordinario di Letteratura spagnola presso l’Università di Napoli “L’Orientale” e Académica Correspondiente Extranjera della Real Academia de la Lengua Española.
È autrice di numerose pubblicazioni sulla prosa e la storia della lingua spagnola dei Secoli d’Oro e da anni dedica speciale attenzione a questioni riguardanti la lingua e la cultura della Napoli vicereale.