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DURRUTI È SOLO

DURRUTI È SOLO

«Era finito, solo, in quel maledetto posto, minacciato da uno shanghai di vecchie travi di acciaio caoticamente accatastate e da gigantesche ruote dentate che sembravano animarsi
come mandibole di tirannosauro pronte ad azzannarlo.
L’angoscia gli aveva reso faticoso il respiro e l’iniziale senso di compressione al petto si era trasformato in una fitta continua, come se una delle enormi piastre metalliche disseminate in giro gli fosse finita sulla gabbia toracica, schiacciandola.
Anche la testa gli faceva male e le tempie gli pulsavano impazzite […]».


Salvatore Casaburi
Formato:Formato 140 x 210
Pagine 140
978-88-7937-701-0
€ 10,00


Secondo decennio del ventunesimo secolo.
Un posto qualsiasi.
Una città fatta di solitudini sconosciute. In cui tutto scorre, trasformando il microcosmo delle vite che la attraversano in sintesi di speranze, illusioni, tragedie e sconfitte collettive.
Questa consapevolezza accomuna Bonaventura e Antonio, detto “Dazebao”, solitarie creature del nostro tempo, sospese tra Roth, Beckett e Svevo, inesorabilmente prigioniere nella ragnatela del disagio metropolitano.

La metropoli narrata da Casaburi, forse Napoli, è in realtà un luogo indefinito nel quale il lettore può riconoscere la sua città, senza limitazioni geografiche.
Due racconti che sono piccole perle, attraverso cui provare a districarsi nel “labirinto universale” della contemporaneità.
 

Salvatore Casaburi è nato a Napoli nel 1947.
Ha già pubblicato: La casa sulle metropolitane. Della storia, della pazienza, della memoria e dell’oblio (Edizioni Intra Moenia, 1999); La lettera di Soterio (Dante & Descartes, 2002); Millenovecentocinquantasei. Disincanto napoletano (Dante & Descartes, 2005).
Con l’editore Tullio Pironti ha già pubblicato: Napoli aspetta Godot? Cronache non turistiche per viaggiatori e residenti (2011) e, per la collana Elogi, l’Elogio del cantar storie. Ballata in quattro tempi e prologo per Eteronòmia, Onìria e altre città (2013).

 


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