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Dove sta Zazą
Una canzone, due epoche, due facce di Napoli.
La vita al tempo del dopoguerra: contrabbando, prostituzione, “segnorine” e sciuscià. Le radici della nuova camorra. I soldati alleati nei quartieri popolari, in cerca di emozioni non letali. Una città in macerazione, descritta da scrittori e giornalisti, mentre nel Paese si consumano gli ultimi lampi del conflitto mondiale.
Mimmo Liguoro
Formato:14x21
Pagg.110
88-7937-489-3
Eppure Zazà, prima marcetta non bellicosa dopo anni di squilli guerreschi, riporta un filo di speranza, con l’intonazione lucidamente ironica di Nino Taranto.
Gli anni che seguono, tra ricostruzione e malaffare, laburismo e post-laurismo, sfociano a Napoli come altrove nella delusione di un mancato rinnovamento.
E Zazà torna con la voce dolente e surreale di Gabriella Ferri, un singhiozzo amaro che chiude un’altra epoca cruciale.
Mimmo Liguoro, giornalista e scrittore, per anni conduttore e redattore capo del Tg3 nazionale, ha collaborato a molte rubriche di cultura e attualità. Prima di entrare in Rai, è stato redattore e poi capo servizio dell’Agenzia di stampa Adn-Kronos e ha lavorato in quotidiani come «Il Giornale di Calabria» e «L’Occhio».
Ha pubblicato: Voci dall’Inferno, I posteggiatori napoletani, La regina Giovanna II, Partenope coi baffi, Giovanni Capurro, da “’O sole mio” alla filosofia dei vicoli, La testa nel pallone, Storie e poesie di un mascalzone latino, La storia del Guarracino (prefazione al libro di tavole a colori di Ernesto Tatafiore). Per la collana degli “Elogi” ha scritto: Elogio del giornalista ed Elogio della risata.